Liberalizzare il servizio farmaceutico potrebbe avere come conseguenza la concentrazione della maggior parte degli esercizi nei grandi centri urbani, come Milano o Roma, lasciando sguarniti luoghi più scarsamente popolati o disagiati. E d'altra parte il provvedimento sarebbe ben lontano dall'essere una misura per la crescita. Parola del ministro per lo Sviluppo economico, Paolo Romani, coordinatore per altro dei lavori sul decreto sviluppo, che settimana scorsa è intervenuto alla trasmissione televisiva Porta a Porta, dedicata alle misure per la crescita. L'occasione dell'intervento, secondo quanto riporta Federfarma sul suo sito, è stata fornita da un servizio giornalistico che ha preso spunto dall'articolo di Michele Ainis sul Corriere della Sera del 20 ottobre sull'Italia delle corporazioni. Romani avrebbe risposto all'affermazione secondo cui in Italia non si riescono a portare avanti riforme di sistema perché vengono sempre bloccate dalle lobby. E tra gli esempi proposti dal conduttore di Rai 1 gli ordini professionali, i notai, gli avvocati e anche le farmacie. Romani ha però ribadito che toccare il servizio farmaceutico non costituirebbe un processo di liberalizzazione e che non è questa una vera misura per la crescita di cui l'Italia ha bisogno.
Fonte: Farmacista33, 31 ottobre 2011
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